giovedì 5 luglio 2012

CUCINA NON VEGANA - RITAGLI DI STOCCO CON CUS CUS ALLA MIA MANIERA

Finalmente inizio a pubblicare le ricette delle mie cucine.
Io sono dichiaratamente vegano, ma qualche volta come
puo' capitare a molti (non dico tutti poichè ci sono
vegani ammirevoli che hanno totalmente bandito
i cibi d'origine animale, io a quel bel punto ancora
non sono arrivato, ergo, bando alle ciancie) può
accadere di sottostare al qualche preparazione
non 'ortodossa'.
Ci sono cose, in ognuno di noi, stranezze, abitudini
fissazioni e fascinazioni difficili da spiegare, spesso
sono solo suggestioni, sensazioni, bizzarrie
acquisite.
Ci sono invero, cibi 'strani' che suscitano in me
curiosità profonda, interesse magari ingiustificato,
come una busta di ritagli di pesce secco, di
pezzi di terza scelta di stoccafisso, in questo caso.
Un cibo realmente economico, di bassa qualità,
ma a me non interessa il prezzo bensi' il contenuto
della busta trasparente in plastica: lo stocco in pezzi,
parti di coda e di mascella di merluzzo, dall'odore
inconfondibile di Oceano Atlantico, di pesce essiccato.
In questa bizzarra e stramba fascinalzione, ha a che fare
uno scrittore statunitense come H.P.Lovecraft,
ormai considerato uno dei più grandi scrittori di SF
(Science Fiction, Fantascienza) di tutti i tempi.
In un suo racconto, Dagon, si parla di un luogo
marino sconvolto da un un mutamento improvviso,
dove 'pullulavano carcasse di pesci marciti, e cose meno
facilmente descrivibili'.
Anche questo racconto ha a che vedere con i pezzi
che oggi ho cucinato, la mia passione per i 'tipi
commerciali'. I° Scelta II° Scelta, Corrente, Morso,
Bastardo, Rottami, Cascami...
Come il caffè di prima qualità fin fino a quello
di 12a qualità, che si può ugualmente bere...
 Il pesce che ho cucinato oggi (io non sono un amante
del pesce, il mio veganismo non va certo in crisi per
questo alimento), ma la tentazione, le implicazioni
psico-culturali erano troppo forti...


Prendete una pentola d'alluminio di media capienza.
Unite i seguenti ingredienti, tutti assieme cominciando con:


3 gorossi pomodori rossi freschi estivi di quelli molto succosi,
che frangerete con le due mani, nella pentola.


250 grammi di ritagli di stoccafisso


il succo di mezzo limone


un cucchiaio di harissa di Cape Bon (ma và bene anche
un altra marca, l'harissa si trova nei negozi etnici maghrebini
e mediorientali, ma anche talvolta in quelli indo-pakistani;
fare attenzione, l'harissa in questione è una salsa a base
di peperoncini estremamente piccante, un cucchiaio
è una quantità molto abbondante anche in una pentola
di cibo come quella di questa preparazione)


un cucchiaino di semi di levistico (facoltativo, magari
se ne mettete mezzo cucchiaino solamente farete
cosa buona, meglio ancora se con un mortaio
darete prima una discreta macinatura; i semi di
levistico io non li ho mai visti nei supermarket
italiani, ho adoperato il levistico della TRS,
famosissima casa inglese-indiana di spezie e
alimenti orientali; in qualsiasi negozio etnico
indiano, pakistano, mediorientale e arabo
troverete sempre almeno due, tre buste di
qualcosa della TRS)


un tubetto di conserva di pomodoro


un cucchiaino raso di cucrcuma (ovviamente
uso la curcuma della TRS, dal costo ragionevole
sul basso: la prima volta che vidi la curcuma,
fu nel lontano 1993, mi fu riportata da Tunisi da
mia solrella e mio cognato; in una erboristeria
della mia città riuscii poi a trovarla ma un etto
quel brav'uomo del negoziante, me lo fece
pagare ben 13.000 lire, era sempre il 1993...
La cucrcuma si usa al posto dello zafferano,
in quanto molto piu' economica, i poi la
preferisco in quanto da un bel colore giallo
caldo al riso, e anche alla pasta, aggiunta
nell'acqua di cottura)


mezzo bicchiere di vino rosso


mezzo bicchiere di birra


olio extra vergine d'oliva : quanto? Secondo i vostri
gusti e abitudini...


una grossa cipolla tagliata a dadini e striscioline


sale (lo stocco secco, a differenza del baccalà, non
è salato, quindi mettetene una presa abbondante)


filetti di peperoni sott'aceto, due pugni


mezzo cucchiaio di crema d'aglio e zenzero (questo
è una salsa etnica pakistana, dai suddetti negozi alimentari
se non ne avete, o non la trovate, non fa niente)


Gli ingredienti summenzionati, vanno uniti tutti insieme
a freddo, e fatti cuocere a fiamma abbastanza grossa.
Ovviamente una cottura prolungata richiede una fiamma
meno trionfale, ed otterrete oltretutto un sugo
più delicato, io invece ho fatto bollire
il tutto per circa tre quarti d'ora, aggiungendo
di tanto in tanto mezzo bicchiere d'acqua, quando
la il sugo cominciava a ritirarsi troppo, quindi ho
assaggiato un pezzo di stocco, e trovandolo un
po' ammorbidito, ho aggiunto 5 cucchiai di cus cus, 
ed ho fatto cuocere ancora una decina di minuti.


Il risultato è stato molto buono, unica pecca forse
il levistico, che ha un sapore che ricorda molto
quello dei semi di anice e di finocchio: un cucchiaino
è troppo, riducete senz'altro la quantità ma non
eliminatelo del tutto perchè trovo che aromizza
bene il sugo.
L'Harissa adoperata non si è fatta sentire, io sono
abituato ai piatti brucianti, ma stavolta mi sento di
poter di dire di non aver esagerato, chiaramente
chi non è avvezzo ai piatti piccanti si limiterà
ad un po' di peperoncino in polvere, anche del tipo
dolce, se proprio non si è abituati ai cibi piccanti.
La birra è stata un mio vezzo, mentre il vino
puo' star bene un per tutti i palati.
Il succo di limone invece è secondo me un
accorgimento per dare freschezza ed aroma
ad un piatto molto triviale e povero.
I peperoni sott'aceto non mi hanno
entusiasmato, quindi se ne puo' fare a meno.


Buon Appetito.

























martedì 3 luglio 2012

LA SPAGNA CE SE MAGNA...

Non capisco più di tanto la grande delusione, le lacrime amare
dei tifosi italiani per la finalissima persa a Kiev, contro la più
forte squadra nazionale del momento cioè la Spagna.
Quella Spagna che negli ultimi anni ha fatto praticamente
il bello e il cattivo tempo vincendo due europei di fila
ed un mondiale nel mezzo, cosa mai riuscita a nessuna
Selezione, nemmeno alla leggendaria di Didì, Vavà e Pelè
(che erano la guallera di Canè...) .
L'Italia di Prandelli, partita fra lo scetticismo generale
(come nell'82...chi ricorda come finì), era data per quasi
spacciata fin dalla terribile partita inaugurale appunto
contro le Furie Rosse.
Finita poi con un bel pareggio, che ci riempì
giustamente d'orgoglio.
Meno brillante la partita contro i bistecconi croati,
tutta fisicità ma tecnica a livello del Pizzighettone.
Poi la vittoria (lo diciamo? Facile...) contro i simpaticissimi
irlandesi dell'EIRE, guidati da nonno Trap e Tardellone,
cui si deve dar merito di aver fatto cose pregevoli alla guida
dei Verdi, forse anche meglio di Sua Mastà Don Fabio
con la ben più blasonata Inghilterra.

Inghilterra che davvero ci ha impressionato negativamente
ai quarti, con una vittoria italiana lampante e fulgida come
quella dei tempi del povero Chinaglia e Capello.

Che tra italiani e tedeschi ci fosse sempre stato un rapporto
di odio-amore questo è risaputo, ma l'odio feroce che devono
avere per noi i calciofili crucchi, è ben comprensibile,
siamo il loro terrore, siamo quelli che puntualmente
rompono le uova nel paniere ai loro più fulgidi sogni.
Ogni volta che la Germania pesca l'Italia nelle fasi
finali dei tornei che contano, iniziano a sudare freddo
ed ormai sono quasi rassegnati: contro Italien, Deutschland
kaputt, altro che Uber Alle...

La Spagna, dopo secoli di figure barbine tra mondiali ed
europei, si sta prendendo una strepitosa rivincita.
L'Italia era stanca, era forse impaurita, certo era inferiore.
Allora, perchè fare drammi?
Pare che il 4-0 stesse stretto agli iberici, che poteva finire
6-0, e nessuno avrebbe potuto gridare allo scandalo.
Ma noi italiani, ipocriti come al solito, piangiamo, ci
buttiamo per terra rotolandoci nel fango e stracciandoci
le vesti, dopo aver cosparso il capo di cenere.
Embè? Dov'è tutto questo dramma?
Eravamo inferiori, eravamo soprattutto stanchi.
Fossimo stati belli freschi forse si arrivava ai supplementari.
Forse.
Eh, ma il Portogallo...
Il Portogallo ha messo ai ferri la Spagna ma alla fine
è crollata ai rigori.
Rossi campioni anche dal dischetto.

 Riassorbita la scoppola, tremenda ma salutare,
Prandelli si atteggia a filosofo e da addirittura
lezioni di Economia, dicendo che siamo una
nazione di vecchi pantofolai.
Questa vetta del pensiero si assurge a Vate,
dimenticando la quasi-cinquina cuccata dalla
Spagna, insomma, il CT della più scalcagnata
nazionale degli ultimi 70 anni (almeno fino
prima dell'Europeo), pontifica.

Siamo proprio un popolo impagabile,
un popolo sempre eccezionale.
Mai una volta che si riesca ad essere
un popolo normale...


























 

sabato 23 giugno 2012

VEGANISMO CONTINUA E FAGIOLINI LARGHI, QUESTI SCONOSCIUTI

L'estate astronomica è iniziata da pochissimo, e lo ha fatto
con temperature infernali un pò ovunque, mettendo a dura prova
la resistenza anche psicologica di molti di noi.
Ma chi ha il vivo desiderio di farla finita con carne, pesce e
prodotti anilmali in genere, non può farlo perchè la gente
glielo vieta letteralmente, portando argomenti (i soliti) come
Vitamina B12 e Omega3.
Chi non ha una autodeterminazione almeno decente,
e voglia di ribellarsi, si lascia convincere, e torna ad ingozzarsi
di pollastri, spiedini alla carbonella e cosi' via...
In questi giorni, nella città in cui vivo, Teramo, si compiono ogni
sera, giocondi festini a base di castrato alla brace, spiedini, salsiccie
ed altri untumi e grassumi vari.
A casa mia, i miei genitori, da due anni ormai indottrinati ad una
alimentazione più consapevole dal pazzo figliolo scrivente, si sono
a mano a mano abbandonati i gorgonzolini, le mozzarelline, i tanti
e tanti salamini cacciatorini, sostituiti da quantità sempre crescenti
di cavoli, olive, manghi, arance al mattino, centrifugati e fagiolini
larghi.
I fagiolini larghi...delizia che mi riporta all'infanzia, alle estati
a San Benedetto del Tronto, con la famiglia per lavoro, con
la nostra abitazione di fronte al Porto, dove di sera, assisi
su comode sedie a sdraio, si vedeva il mare calmo ed i due
fanali, uno verde l'altro rosso, alle estremità dei due moli
di allora.



Anni 1977, 78.
I fagiolini larghi, cotti in ampie pentole quel tanto che basta
a renderli sufficientemente teneri, con tanto pomodoro
fresco ed il vezzo d'uno spicchio d'aglio, a volte senza
neanche l'olio: un cibo delizioso, magro, saziante e
rigorosamente vegano.
Convincere mia madre, che chissà perchè aveva nel tempo
abbandonato questo piatto delicato e freschissimo, al ritorno
ai fagiolini larghi, è stato facile.
Ed io ho gradito, oggi, dopo un modesto piatto di insalata
di riso totalmente vegan (ma mia madre, lo so per esperienza,
un mezzo uovo sodo, un barattolino di tonno ed una lacrima
di majonese in mezzo lo avrebbe gradito...), dicevo dopo
l'insalata di riso, un trionfale pentolone di fagiolini.
Pazienza per li pane, croce e delizia che non riesco proprio
ad eliminare: un pane ben cotto dal sapore di bruciaticcio
da intingere abbondante nel succo di pomodoro fresco,
aromizzato dal basilico del nostro orto, delizia infinita
ed innocua, che non nuoce e non uccide nessun animale.
In sostanza, da parte mia, Veganismo Continua, non sarà
ancora di quelli da portare d'esempio, ma anche non volendo
fare un discorso animalista, i miglioramenti fisici, ed anche
emotivi apportati dal cambio di alimentazione, da fortemente
onnivoro ad essenzialmente vegetariano, sono stati 
tanti ed importanti.
Inutile dire e ripetere che sgarri e momenti di debolezza ce ne
sono ancora, ma sono ormai occasionali, ed è evidente
che sono eventi che capitano quando la scelta di cibi
vegetali si fà carente o nella stagione fredda, giocoforza
bisogna fare di necessità virtu', arrivando ad addentare
ancora un qualcosa che non piace piu'.
(Chi è stato vegano, anche magari solo per un mese,
sà che la carne, il pesce, perfino i piu' succulenti cibi
animali, non saranno mai più gli stessi, ci sarà sempre
qualcosa di sbagliato, psicologicamente,
nel cibarsi di carcasse)...

sabato 2 giugno 2012

LETTERA A VALDO VACCARO DEL 2-6-2012

 Ciao Valdo.
Dopo un po' di tempo sei tornato a scrivere, e ci sei mancato molto.
Ho letto l'intervento sul terremoto in Emilia: le forme di parmigiano
a terra e gli scaffali divelti, i presciutti rovinati sul pavè, e le mortadelle,
le coppe, perfino le salame da sugo nella sconvolta Ferrara sono
capitolate!
Per i vegani veri e per quelli come me che tentano, tra periodi illuminati
ed altri nichilisti il veganismo-fruttista, per tutti noi che crediamo
nelle verdure e nella frutta, questi ubertosi prodotti della terra martoriata
sul sangue animale, finiti a terra tra la povere, hanno un qualcosa
di biblico: sono una tremenda allegoria di uno stile di vita imposto,
'falso e mendace', per me, che ho a schifo il grana da anni, è stato
un trionfo, anche se non ti nascondo di aver provato anche una
infinita tristezza per quei simboli universali di abbondanza
della mia terra d'origine (Reggio Emilia), anche perche' in fondo
dietro le forme e le cotenne, c'è il lavoro alacre e sapiente di uomini
che devono portare a casa la pagnotta ed anche il companatico.

Una agghiacciante notizia dall'Ansa, anche questa, secondo me

in fondo allegorica del momento non certo felice del pianeta
ma anche della tracotanza dell'uomo che ancora una volta
viene messa in discussione dalla innocente ferinità delle fiere:
la notizia mescola giustizia divina e giustizia umana: un
ricercato muore e viene sbranato fra le selve da un orso
di passaggio.
Ricollego istantaneamente questa notizia con quella letta
mesi fà sulla 'Padania': Cene elettorali fortificanti a base
di carne d'orso: peccato verrebbe da dire, che l'Orso
Divora-Cristiani si trovasse nelle foreste dell'Ontario e non
in qualche raduno leghista dell'Oltrepo' pavese...

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2012/06/02/Canada-muore-auto-orso-divora_6974677.html




Ovviamente nemmeno io, in fin dei conti, credo alle profezie

Maya: semplicemente perchè penso che la fine del mondo
se deve arrivare non sarà per via di un castigo di Montezuma
ma per l'innata pervicacia che ha l'essere umano di
darsi da sempre, delle gran martellate sui santi colioni...




venerdì 13 aprile 2012

UN CENTRIFUGATO...COMMOVENTE!


 CENTRIFUGATO COMMOVENTE

  Hello Folks!
Stamattina centrifugato di 10 Kiwi, un mazzetto di Erba Cipollina, un pezzo di cipolla e quattro piccole patate rosse di Colfiorito.
Sette Kiwi centrifugati a parte, e così anche due mele renette.

Il centrifugato di 3 Kiwi con Erba Cipollina e Patate mi ha
fatto piangere come quando una donna guarda un film del
tipo 'Marcellino Pane e Vino' od 'Ultima Neve di Primavera'.
Però...chi di voi ha mai bevuto il succo di Patata?
O addirittura di Cipolla?
Quante cose che in partenza davo per scontate, si sono poi
rivelate infondate!
Dato il bruviore agli occhi, mi aspettavo dal centrifugato
di Cipollina e Cipolla, una bevanda un tantino piccante,
e invece (merito forse delle Patate e dei Kiwi) non ho
sentito nulla di piccantino.

La Patata si è persa comunqua nel sapore deciso ed asprigno

dei Kiwi e delle Cipolle, ed ancora una volta, non ho sentito
la benche minima necessità di aggiungere dello zucchero.
Giorni fà, con il centrifugato di Carote, ho inaugurato
la Centrifuga Kenwood, un modello vecchiotto, dal foro
d'ingresso a mezzaluna davvero piccolo in confronto
ai modelli attuali, dal foro d'entrata circolare
e ampio, comodo, ma pazienza...
Il Centrifugato di Mele Renette, parzialmente sbucciate,
è risultato inizialmente un pò torbido (effetto della Mela
non sbucciata), poi, il torbido è risalito formando un
cappuccio piuttosto denso, mentre sotto il liquido dal
colore giallo ambrato, faceva bella mostra di se...
Convincere i miei famigliari, fumatori e lattofili,
ad  assaggiare almeno i miei centrifugati è un impresa
senza molte speranze, anche perchè nel frigo di casa,
campeggiano le solite bottiglie di vino, vino frizzante,
Bacardi e simili, Succhi di Frutta industriali, Cole ed
Aranciate, tutto all'insegna dello Zucchero, dell'Aspartame,
dell'Acido Citrico (...buono per i denti...), dell'Alcool,
del Fosforo e della Plastica (delle bottiglie).



mercoledì 11 aprile 2012

VEGANISMO: UNA LETTERA A VALDO VACCARO



                 EVVIVA LA CENTRIFUGA! 

Caro Valdo, hai risposto indirettamente con una tesina sui centrifugati da appendere
al muro e venerare con l'incenso al sandalo per bellezza e usabilità, fugando sul
nascere dubbi e incertezze come ad esempio sui centrifugati di verdure verdi
da usare come anche tu dici parcamente per evitate disturbi.
Poco fa, prima centrifuga di carote fresche (di media grossezza) previamente
leggermente raschiate (ma erano prive di terra) e mondate della parte
superiore troppo dura, diciamo di 1 cm, circa.
Tantissimo scarto che non saprei come usare (mi viene in mente una
maschera di bellezza per mia madre e mia sorella).
Non sto ad annoiarti con cose che già sai da sempre, ma io i aspettavo
dal centrifugato di carote, un succo liquido, sciolto magario un filino
pepato, invece è risultato un succo piuttosto cremoso, incredibilmente
dolce dal sapore vellutè, senza iperbole, straordinariamente gustoso:
ora capisco perchè battevi sempre sul tasto delle carote centrifugate!
In verità, se in 1 anno e mezzo di veganismo fatto a spizzichi e bocconi,
con molti giorni 'neri', ma anche molti da pallino verde (virtuosi), la peggior
mancanza era quella della varietà: veganismo fatto solo di kiwi, arance
pompelmi, frutta secca non sempre, e poco altro (pur se a tavola
tanti i pasti rigorosamente vegani), ora mi rendo conto che con la
centrifuga il gap vegetale sarà se non altro di molto attutito.
Mentre scrivo e ti saluto, ho le mani che ancora mandano uno
strabiliante profumo di carote e fragole (ho centrifugato anche una grossa
vaschetta di fragole fresche, ma a parte)!
Buono il centrifugato di fragole, ma quello di carote mi ha davvero
colpito per bontà.

CC